Consapevolmente
coperta
da pesante armatura,
affronti la vita
insegnando ad altri
cio’ che non sei,
ma che dovresti essere.
Mentre da lontano
osservo il tuo agire,
attendo che ti spogli e che,
come Francesco,
tu possa trovare la nuda
e difficile strada,
dell’esser te stessa.
Essere sè stessi è un bel lavoraccio, soprattutto se l’armatura l’indossiamo per celare aspetti di noi che ci limiterebbero nella vita di tutti giorni.
E dopo un pò ci si abitua a portarla, e solo di rado si ricorda di indossarne una, e quindi ancor più difficile è il togliersela.
Si ma… quanto e’ bello quando sei “libero”… e non devi per forza “fingere” o “nasconderti”.
Due parole hanno un senso particolare, per me.
“Consapevolmente…” essere consapevoli fa sempre la differenza.
Nelle cose negative essere consapevoli che “non va” e non cambiare, è la cosa peggiore, mentre nelle cose buone, la consapevolezza aiuta a goderne.
E poi…
“cio’ che non sei,
ma che DOVRESTI essere.”
Non “potresti”, non “vorresti”… ma Dovresti.
La seconda parte ricorda “Promessa”: rispettosa attesa di parole, di silenzi, rispettosa attesa che lei riesca a “spogliarsi” e trovi la sua strada.
Ma attenti alle giuste misure: Povia insegna!
“L’amicizia non è rispettarsi perché a rispettarsi non si parla mai “